I professionisti della formazione hanno affrontato per anni la sfida che impone di migliorare la ritenzione delle informazioni da parte degli studenti una volta lasciata una classe o un’esperienza di training online.
Il problema nasce dall’idea che gli studenti dimentichino facilmente cosa abbiano imparato durante l’esperienza formativa. Questa problematica è stata ipotizzata e studiata dallo psicologo tedesco Hermann Ebbinghaus nel 1885. La sua scoperta fu che le informazioni vengono dimenticate in modo esponenziale dal momento in cui gli studenti le consumano.
La curva dell’oblio dimostra come la ritenzione della memoria declini nel tempo – ovvero, come le informazioni vengono perse durante un periodo in cui non vengono fatti sforzi per conservarle.
Questo si collega al concetto di forza della memoria, che si riferisce alla resistenza delle tracce di memoria nel cervello. In sostanza, più forte è la memoria, più sarà lungo il periodo di tempo nel quale è possibile ricordare un dato concetto.
Il grafico della curva dell’oblio mostra come negli umani la memoria di nuove conoscenze si dimezzi in pochi giorni o settimane, a meno che non si ripassi consapevolmente il materiale appreso.
La curva dell’oblio si basa su uno dei sette tipi di difetti della memoria: la transitorietà - il processo di oblio che si verifica con il passare del tempo. Ebbinghaus ha studiato la memorizzazione di sillabe senza senso come “WID” e “ZOF” e, dopo aver ripetutamente testato se stesso in diversi intervalli di tempo e aver registrato i risultati, è diventato il primo a descrivere la forma della curva dell’oblio.
La velocità dell’oblio
La velocità alla quale dimentichiamo dipende da numerosi fattori, come per esempio la difficoltà del materiale appreso, quanto lo troviamo significativo, in che modo è rappresentato e fattori psicologici come lo stress o il sonno.
La velocità di oblio basale cambia poco da individuo a individuo e le differenze di performance possono essere spiegate dall’abilità di rappresentazione mnemonica.
Come rafforzare la memoria
Queste differenze, in parte, possono essere colmate da un training di base sulle tecniche mnemoniche. In ogni caso, i metodi più efficaci per migliorare la memoria sono:
1) migliorare la rappresentazione della memoria (utilizzo di tecniche mnemoniche)
2) ripetizione basata sul richiamo attivo (ripetizione a intervalli)
Ebbinghaus ha affermato che nell’apprendimento ogni ripasso incrementa l’intervallo ottimale prima che sia necessario un altro ripasso (per una ritenzione quasi perfetta, all’inizio le ripetizioni devono essere effettuate a distanza di pochi giorni, successivamente possono essere fatte dopo anni).
Il dibattito sulla memoria
Tra i ricercatori è in corso un dibattito che riguarda la forma della curva per eventi e fatti che sono più significativi per il soggetto. Per esempio, alcuni di loro hanno suggerito che eventi traumatici o scioccanti come l’assassinio di Kennedy o l’attacco terroristico dell’11 settembre rimangano più vividamente impressi nella memoria delle persone (questi sono detti ricordi fotografici).
Altri ricercatori hanno invece fatto un confronto tra raccolte di ricordi contemporanee agli eventi e raccolte scritte anni dopo, trovando variazioni considerevoli, poiché la memoria dei soggetti incorporava delle informazioni acquisite in un secondo momento. In questo campo si è sviluppata una sostanziosa ricerca, in quanto si lega alle identificazioni tramite deposizioni di testimoni oculari.
Per fare un altro esempio, molti studenti ricordano solo il 10% di una tipica applicazione da manuale scolastico, come quella di ricordarsi coppie di parole dopo tre giorni. Questo prova quindi che il 90% delle informazioni viene quindi dimenticato.
Traduzione autorizzata tratta dal post originale di “Training Industry”.
Il post originale è disponibile qui
Aggirare la curva
Queste informazioni devono costituire per noi professionisti del Learning dei preziosi spunti di riflessione e devono aiutarci a migliorare le offerte formative, che devono evolversi e rispondere prontamente alle esigenze degli utenti. Dobbiamo quindi chiederci: i nostri corsi sono in grado di eludere la curva dell’oblio? Stiamo offrendo la possibilità di rivedere il materiale come, quando e dove si vuole?
Se la tua risposta a queste domande è un confuso no, ti invitiamo a fare una full immersion nel mondo del Microlearning e dell’Iper Personalizzazione.
Queste due soluzioni sono come due pezzi di un puzzle che, quando vengono uniti agli altri elementi di un corso ben fatto, sono in grado di comporre un’immagine finale ben diversa da quella che ci aspettavamo. Se non sei un fan di metafore e similitudini, ti basti sapere che sono due metodi comprovati che servono a migliorare la soglia dell’attenzione, fornendo contenuti rilevanti e personalizzati per l’utente (Iper Personalizzazione) e rendendo l’apprendimento granulare, attraverso la suddivisione dei contenuti in piccole pillole, molto più facili da digerire e memorizzare (Microlearning).
Adesso che anche tu hai imparato (e speriamo non dimenticato di già) come l’oblio si insinui in modo scaltro e silenzioso nelle nostre menti, non hai più scuse: startene con le mani in mano e non prevenire la perdita delle informazioni che hai con cura confezionato in un corso, farà sì che questo verrà presto messo, non con altrettanta cura, nel dimenticatoio.
E poi diciamocelo: creare un bel corso e non impegnarsi per renderlo memorabile significherebbe lasciare il lavoro a metà.
Ti stai chiedendo come fare? Le risposte che cerchi le troverai nel prossimo articolo dedicato, che uscirà presto sul nostro blog!
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