Se tutto è importante, niente è importante La stratificazione dei contenuti Cari "traingagers", bentornati! Sono sicuro che in questo viaggio si sono imbarcate persone anche molto diverse fra loro e con background ed esperienze differenti, ma comunque tutti accomunati da una cosa… l’eterno conflitto con il cosiddetto “SME” (Subject Matter Expert), meglio conosciuto come l’esperto dei contenuti. Lo SME è quella pericolosa figura mitologica che è solita produrre una quantità enorme di materiali con cui costruire il nostro percorso attraverso i quali ci annienta e sommerge svanendo poi nel nulla… Scovarlo per chiedergli chiarimenti su quali sono i contenuti rilevanti è molto difficile e se ci riusciamo la sua risposta sarà sempre: “è tutto importante!” Il problema è che se tutto è importante, allora non lo è niente! In altre parole, ogni contenuto ha bisogno di essere gerarchizzato per poter comprendere quali sono i messaggi veramente importanti e distinguerli dal resto delle informazioni. Si narra che le uniche armi realmente efficaci per combattere uno SME siano le tre N. Le conosci?
La prima N è il need to know. In cosa consiste? È ciò che il discente alla fine del corso non può non sapere. Il need to know rappresenta il binario della narrazione principale e deve contenere SOLO le informazioni essenziali. Tipicamente, in un corso on line multimediale, è costituito dalla traccia audio ossia dal voiceover. Secondo i principi dell’apprendimento multimediale enunciati da MAYER, infatti, se il contenuto viene comunicato attraverso più canali sensoriali aggiungendo a quello visivo anche quello uditivo, l’apprendimento sarà più efficace. La voce, inoltre, riesce ad esprimere bene anche le sfumature dei concetti, è in grado di conferire un’anima ai contenuti, di colpire, di emozionare, di sorprendere… La voce dunque è un boost da sfruttare là dove serve, una pennellata che dà colore e attira l’attenzione per far risaltare qualcosa rispetto allo sfondo. Tra le informazioni presenti all’interno del nostro corso, tuttavia, non tutto fa parte dei messaggi chiave. Ci sono anche una serie di contenuti a corredo ossia di contorno: dati, statistiche, approfondimenti, focus, esempi… Sono tutte informazioni che trovano cittadinanza all’interno del corso ma che devono necessariamente viaggiare su un binario diverso dal primo. Non sono quindi nozioni essenziali ma “nice to know” ossia utili da sapere.
Come fare a separare queste informazioni dal binario principale? Ad esempio, inserendo una scheda di approfondimento, un allegato, un link a un sito web o semplicemente un pop-up opzionale con info di dettaglio. In questo modo i contenuti vengono stratificati ossia separati su due binari differenti e al discente è ben chiaro qual è il succo del discorso e quali sono i corollari: sta a lui scegliere quanto e come approfondire. Infine, al contrario di quello che vorrà farvi credere qualsiasi SME, in ogni testo esiste anche un not to know, ossia qualcosa che (per una serie di ragioni) non trova cittadinanza nel corso. Si tratta di informazioni ridondanti, oppure troppo tecniche o semplicemente contenuti che si soffermano su temi che non costituiscono il focus del corso. Qui non bisogna avere il cuore debole: questi contenuti vanno eliminati. Altrimenti, per il desiderio di voler dire tutto, si finirà per non dire nulla!
La sintesi nel digital learning è il primo strumento di efficacia didattica e per questo ci deve essere sempre massima attenzione alla selezione dei contenuti del corso. Infatti, troppi input contemporaneamente rischiano di far andare il discente in “sovraccarico cognitivo”. Di cosa si tratta? E soprattutto: come gestirlo e limitarlo? Lo scopriremo nella prossima tappa del nostro viaggio. Non vorrai mica fermarti adesso! 😊 Vincenzo Petruzzi Instructional Designer Ti è piaciuto questo articolo? Segnalalo ai tuoi colleghi o utilizza i tasti social in alto per condividerlo!