"Biblioteche universitarie ed e-learning" Questo bel volume scritto da Patrizia Lùperi con la collaborazione di Valentina Gullà ed altri autori accende la luce su un tema attualissimo quale il ruolo delle biblioteche nella realtà 2.0 di oggi. Che cosa sono diventate le biblioteche nell’era di ? Le biblioteche non sono solo istituti destinati a catalogare e conservare le proprie collezioni, ma realtà in grado di promuovere allo stesso tempo una politica progettuale di servizi innovativi.
Internet
Come scrive la Lùperi, “Le biblioteche accademiche per decenni si sono limitate a offrire un luogo per lo studio e rendere disponibili le loro collezioni mentre oggi, grazie alla rivoluzione legata alle tecniche del web 2.0 e alle ICT, le università dovranno integrare le dotazioni documentarie tradizionali con le collezioni elettroniche e i servizi tradizionali verranno profondamente modificati in funzione di segmenti di utenza sempre più in grado di sperimentare ogni tipo di applicazione digitale. La biblioteca è destinata a divenire un centro dell’apprendimento collaborativo e interattivo nel quale docenti, ricercatori, studenti e personale condivideranno i futuri scenari del sapere attraverso l’uso di strumenti web based training”. In effetti non si può non condividere questo pensiero. La ha bisogno di riconoscere anche nelle biblioteche un posto nuovo e moderno, non più soltanto fisico ma anche virtuale e digitale, in cui “la mediazione informativa è stata sostituita con quella di mediazione formativa. Lo sportello bibliotecario dunque non è più dedicato soltanto ad una utenza live, ma allarga il suo raggio d’azione verso tutti i cittadini interessati, ovunque essi si trovino. Il luogo in cui il cittadino ricerca informazioni è in maniera sempre più diffusa il web. Le biblioteche hanno dunque il dovere di cercare di avvicinare un pubblico sempre più ampio, diversificando la loro offerta, e cercando di utilizzare strumenti e risorse digitali. Non fa certo eccezione l’uso dei Social Network, ormai divenuti parte fondamentale della sfera di milioni di persone che vivono e apprendono nell’era del . Per essere davvero accessibili a tutti, le informazioni devono rispettare alcuni parametri universalmente riconosciuti che ne consentano non solo la corretta costruzione e fruizione ma anche una semplice catalogazione. Valentina Gullà definisce questo aspetto dell’interoperabilità come “la struttura stessa dei sistemi informatici e dei prodotti digitali, che devono essere caratterizzati da una completa interscambiabilità: gli standard di progettazione consentono di fruire del medesimo contenuto digitale, learning object o courseware sviluppati con software diversi”. Il libro dunque offre a tratti in maniera discorsiva, a tratti tecnica, un quadro sul ruolo attuale e futuro delle biblioteche e della formazione a distanza, dando poi ampio spazio a casi di studio come quelli delle Biblioteche Salaborsa di Bologna e Civica di Cologno Monzese, o dell’Università di Pisa per quanto concerne l’uso dell’LMS Moodle nell’Area Umanistica, installato su di un server del CISIAU. In ultima analisi vengono poi presentati i corsi di “Organizzazione informatica delle biblioteche” e “Le strade della ricerca bibliografica” sulla piattaforma Moodle, con casi di studio corredati dalle parole degli stessi studenti che hanno frequentato le lezioni. La lettura di questo interessante manuale è dunque consigliata a studenti e docenti universitari, bibliotecari, personale universitario in generale, sviluppatori e-learning, programmatori e tutti coloro i quali vogliono dare uno sguardo alla direzione che sta prendendo il nostro sistema didattico/informativo a livello , che si tratti di professionisti, appassionati o semplici curiosi. Biblioteche Universitarie ed e-learning è edito da ed è possibile al prezzo di 13,50 euro.
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