Uso dei dati Con una quantità di strumenti per la raccolta dei dati sempre crescente, programmare e pianificare azioni specifiche per singoli utenti o per gruppi di utenti è sempre più vicino alla realtà. I dati sono ormai alla portata di tutti e chiunque abbia mai aperto una piattaforma, lo sa. Ma il fatto che la diffusione e l’affermazione di strumenti di tracciamento evoluti, come xAPI (il successore dello SCORM), faccia molta fatica a verificarsi sia in Italia che all’estero, ci insegna che non è la quantità dei dati a contare, ma la qualità degli stessi.
Il sentimento comune, quindi, è che non serve avere tonnellate di informazioni impossibili da gestire o per cui sia necessario aggiornare i propri sistemi. Quest’ultimo argomento scatena sempre delle forti avversioni, tralasciando che molte realtà usano strumenti davvero obsoleti che andrebbero aggiornati o sostituiti. Ciò di cui c’è bisogno, invece, sono persone e strumenti tecnologici a servizio dell’analisi delle competenze, in grado cioè di comprendere il valore dei dati a disposizione e di interpretarli in modo corretto per offrire un servizio utile alla comunità di apprendimento. Un report statistico curato da LinkedIn Learning ha manifestato che la quantità maggiore di ricerche in ambito formativo eseguite dai manager d’azienda vertono su Leadership, Comunicazione e collaborazione.
Argomenti
Chi si aspettava quindi temi di grande innovazione come ad esempio Blockchain, Realtà Virtuale / Aumentata o avanguardia e conoscenza delle tecnologie, per ora deve attendere. Questa prospettiva ci mette dinanzi all’evidenza che le competenze principali e più curate rimangono, almeno per ora, le Soft Skills e che le aziende sono invece alla ricerca di contenuti presentati in modo diverso. L’offerta presente sul mercato infatti va rinnovata, privilegiando produzioni brevi, più leggere e gamificate. Da diversi anni si parla ormai di Mobile Learning più o meno da quando 12 anni fa, nell’ormai tecnologicamente lontano 2007, Apple ha messo sul mercato iPhone e Google ha risposto con il sistema operativo Android. L’arrivo dei Tablet, qualche anno dopo, ha incrementato le possibilità e quindi la richiesta di corsi ibridi (cioè con interfacce pensate sia per computer che per SmartPhone e Tablet).
Mobile Learning
La novità degli ultimi tempi, però, è rivolta allo sviluppo di corsi che non hanno più interfacce ibride, ma che potremmo chiamare . Questo tipo di contenuti, infatti, è pensato per una navigazione che avviene esclusivamente da SmartPhone e/o Tablet. L’esperienza degli utenti cambia completamente avvalendosi oltre che di User Interface ed interazioni dedicate, anche di fattori didattici come il Microlearning (ovvero contenuti autoconsistenti di durata compresa tra i 60 secondi e i 10 minuti). Da non sottovalutare anche il fatto che sono nati software come Articulate Rise, pensati specificamente per la produzione di corsi mobile ready e che sono in grado di sfruttare la totale responsività. I contenuti, cioè, si adattano allo schermo da cui vengono aperti, non semplicemente rimpicciolendosi o ingrandendosi, ma riposizionandosi e ricostruendosi in modo funzionale allo spazio a disposizione su schermo. Fino a qualche anno fa produrre un corso era prerogativa di un gruppo ristretto di persone o aziende e non c’erano alternative alla “casa di produzione”. Oggi, invece, grazie a strumenti come puoi creare in autonomia i tuoi corsi, risparmiando molto tempo e denaro ottimizzando vari processi come quelli di produzione, supervisione e controllo.
Mobile Ready
Autoproduzione
Articulate
Quando questi strumenti si sono affacciati sul mercato, una delle critiche piovute addosso a chi ne ha usufruito per la conduzione dei progetti, riguardava la bassa qualità degli oggetti creati. Se è vero che non sempre è possibile disporre di un team costituito da grafici, progettisti didattici, sviluppatori esperti, etc., è anche vero che le cose da allora sono cambiate. Fino a 2-3 anni fa, infatti, i software erano molto meno potenti ed elastici di quanto lo siano adesso e l’uso consapevole e mirato di librerie (specifiche come Elearning Brothers o generaliste come Shutterstock) consente di sfruttare Template che non hanno nulla da invidiare a quelli sviluppati ad hoc dalle migliori agenzie di produzione. Non a caso, ormai, tutte le case di produzione che sviluppano corsi elearning adottano del tutto o in parte gli stessi software che sono diventati uno standard. Le aziende che acquistano corsi su misura da questi fornitori esterni chiedono sempre più di frequente che gli stessi oggetti siano creati con tool come Storyline, Rise o Captivate, strumenti che garantiscono grande efficienza e parametri di compatibilità con i sistemi di tracciamento (piattaforme LMS) destinati a diventare sempre più impareggiabili. Così come la semplicità d’uso degli attuali software per la produzione di corsi online consente la creazione in autonomia di molti contenuti, allo stesso modo tutto questo potere si trasforma in un altro vantaggio: l’abbattimento di tempi e costi per i fornitori esterni, una volta ritenuti troppo onerosi. Oggi - e sarà sempre più così, ce lo insegna il passato e lo vediamo già in Paesi come gli USA - la linea di confine tra autoproduzione e fornitura è sempre più sottile.
Riscoperta del “su misura”
Quando andare in autonomia e quando affidarsi al fornitore? Puoi immaginare di creare internamente più o meno il 50-60% dei contenuti facenti parte del piano di formazione, concentrandoti su quelli in cui serve mettere sul campo un maggiore controllo, rapidità di produzione, facilità di modifica e anche l’adozione di modelli produttivi che possono essere ripetuti come in una catena di montaggio. Il fornitore esterno, al contrario, ti aiuterà quando vorrai produrre qualcosa che sfoggi un maggiore livello qualitativo, un’attenzione più particolare ai dettagli, una cura più specifica verso la strutturazione e/o la presentazione dei contenuti. Quando vuoi spingere sull’acceleratore quindi, ecco la tua soluzione. Gabriele Dovis CEO di Mosaicoelearning
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