Ogni buon corso elearning che si rispetti parte da materiali di qualità forniti da un bravo esperto in materia, o SME (Subject Matter Expert). Immagina di dover creare un corso sulla pizza Margherita: a chi ti rivolgeresti per ricevere i materiali per produrre il tuo contenuto? Esatto, probabilmente ad un bravo pizzaiolo o una brava pizzaiola napoletani. Magari qualcuno che ha vinto qualche concorso o che ha ricevuto onorificenze di settore. Subito dopo aver ricevuto i materiali, manderesti i contenuti grezzi ad un ID (Instructional Designer o, italianizzato, Progettista Didattico) e chiederesti di filtrarli, riorganizzarli e riproporli in modo da creare un progetto basato su Storytelling o Gamification, per esempio. L’ID, che probabilmente fino a quel momento la pizza l’ha soltanto mangiata, avrà il suo bel da fare nel metabolizzare i contenuti forniti dallo SME. Si tratta del primo passo verso lo storyboard. Non puoi iniziare a scriverlo se non padroneggi i materiali, giusto? Successivamente, lo stesso ID dovrà decidere cosa è realmente interessante per quelli che saranno gli studenti del corso e come trasmettere quelle informazioni. Una bella patata bollente, non c’è dubbio. Dato che, come dicevamo, l’ID probabilmente la pizza l’ha solo mangiata fino a questo momento, dopo aver compilato la sua “macro” la restituirà allo SME. First reaction: Shock! Eccolo lì, lo SME, che trema davanti allo strapazzamento del suo sapere, ai suoi occhi depauperato di pezzi troppo importanti per essere stati omessi o alterati con interazioni, giochi e altri “trucchetti” per tenere viva l’attenzione. Questo è il momento dello scontro: Come hai potuto togliere la storia della mozzarella? E come hai potuto pensare di non parlare delle 32 varianti di impasto? Il problema principale è che gli SME di solito amano riversare la totalità della loro conoscenza all’interno del corso. E non lo fanno per cattiveria, al contrario per amore verso il loro lavoro. Per passione. Allo stesso tempo, però, lo fanno senza focalizzarsi su quello che è realmente importante per chi poi seguirà il corso. Verosimilmente, non stiamo chiedendo al nostro pubblico di diventare un esperto da “Telemike” della pizza Margherita, né possiamo pensare che in pochi minuti possa acquisire la stessa quantità di conoscenza costruita in anni di carriera da parte dello SME. Come fare allora a ricevere i materiali giusti e non creare incidenti diplomatici? Le risposte possono essere molte, ma ci piace soffermarci sulla più ovvia, anzi la più bella: coinvolgimento. Invece di trattare i nostri SME come delle Wikipedia ambulanti, dovremmo imparare a coinvolgerli nel processo creativo che porta alla creazione di un corso. Conversazione tra ID e SME: ID: “sai, devo creare un corso sulla pizza Margherita. Mi dai tutto quello che hai in merito?” SME: “beh, di roba ne ho tanta, sai sono 15 anni che..” ID: “si si ma dammi tutto, poi ci penso io!” SME: “d’accordo, ti mando un wetransfer.” Conversazione ideale tra ID e SME: ID: “sai, devo creare un corso sulla pizza Margherita. Dobbiamo formare XXX persone per spiegare loro come XXX. Ti va di aiutarmi a raccogliere e filtrare un po’ di materiali?” SME: “beh, mi porti a nozze! Sarà un piacere aiutarli a crescere insieme!” Il potere degli SME è nella quantità delle loro informazioni, è vero, ma è anche e soprattutto nella qualità della loro interpretazione che possono fare la differenza per il tuo progetto ed aiutarti a renderlo di successo. La prossima volta, prova a coinvolgerli nel tuo lavoro! Gabriele Dovis CEO di Mosicoelearning
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