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Ecco il modo migliore per realizzare il peggior corso E-learning 1
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Ecco il modo migliore per realizzare il peggior corso E-learning 1

Every day, our brains are bombarded by a barrage of notifications and an onslaught of information and new content to explore and learn Yet we're also subjected to a myriad of variables that distract us.

 

Key data on the use of mobile devices, the internet and social media provide some food for thought: having access to such vast amounts of different tools and information can lead to a strong feeling of cognitive disorientation.

 

There’s a reason for all of this.

What we call the attention curve is the short frame of time when our minds are physiologically able to concentrate on a certain topic and so are primed and ready for successful learning.

Attention sky rockets and peaks in about 7 minutes, and then begins to decrease.

 

Various cognitive psychology theories agree on one thing: if the cognitive load (i.e. the amount of information that our memory has to process within a certain period of time) is too high, it may use up the cognitive resources required to learn and become gridlocked.

 

In light of these studies and theories, this easybook provides some tips to help you learn in the best way possible, stress-free and enthusiastically.

 

With this book you’ll learn:
 

•    The inbuilt mechanisms of your brain that influence learning

•    How to manage cognitive load using two key tools: content segmentation and pacing

•    The 7Minutes solution, the cornerstones when it comes to accessible, micro and mobile online training.

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L’E-learning in Italia ha bisogno di Correre

2011-04-13 13:45

mosaicoelearning

Digital learning,

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Il grande filosofo dell’ottocento


Arthur Schopenhauer

disse che “Ogni verità attraversa tre fasi. Prima viene ridicolizzata. Poi incontra una violenta opposizione. Infine viene accettata come palese”.


Quale fase sta vivendo l’elearning?

Aspetta. In Italia o nel Mondo? Beh, non è esattamente la stessa cosa. Possiamo però valutare entrambi i casi. Potremmo iniziare dal resto del Mondo, e poi vedere dov’è che siamo al passo e dov’è che siamo all’età della pietra. O peggio.


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53 Miliardi di dollari

, è questo il valore del mercato mondiale dell’elearning nel 2010. La maggior parte di questo business si svolge negli Stati Uniti ed in altri paesi Europei come Gran Bretagna e Germania, dove siamo in piena terza fase, e cioè l’accettazione palese di una tecnologia che fa


risparmiare tempo e soldi

. Tanto tempo e tanti soldi. D’altronde, come non dare la giusta attenzione ad un settore che può mostrarsi utile in praticamente tutti gli ambiti professionali e che negli ultimi anni, grazie anche


all’evoluzione tecnologica globale

, è in netta espansione?


In questi paesi ormai in tutti i settori produttivi si fa appello all’elearning per effettuare un notevole risparmio sui costi, che diventa ancora maggiore quando le imprese fanno


formazione in casa propria

. Infatti con software come la suite


Articulate Studio

è possibile creare corsi dall’elevato impatto grafico ed interattivo pur senza essere dei programmatori. Questo ha favorito lo sviluppo di piccoli elearning team, spesso composti addirittura da una sola persona, che creano corsi ad hoc per le aziende in cui lavorano e di cui beneficiano i clienti e gli stessi dipendenti.


L’avvento e la diffusione capillare di dispositivi portatili tramite device di ultima generazione come l’


iPad

, il tablet della


Apple

, ha favorito anche la crescita di una nuova fetta di mercato: il mobile learning. Basti vedere che la stessa casa di Cupertino, in California, ha dedicato una bella


pagina del suo sito (anche in italiano)

all’apprendimento via iPad e alle nuove frontiere che questo strumento apre.


A tal proposito, leggi anche l’articolo


Arriva iPad 2. E-learning: Adesso tutto cambia?

sempre da questo blog.


E noi dove siamo?

A mio parere siamo divisi tra la seconda e la terza fase. La prima, per fortuna, almeno in larga parte sembra essere passata. E’ vero, in Italia l’e-learning è stato preso con il piede sbagliato. Probabilmente la macchina elearning ha dovuto fare i conti con quattro


ostacoli tipici

del Bel Paese:


-


una radicata cultura popolare legata all’avversione verso le nuove tecnologie

-


l’assenza di infrastrutture tecnologiche adatte

-


l’abitudine a far nascere i progetti a livello universitario penalizzando la divulgazione e la sperimentazione sul campo da parte delle aziende- pensare di risolvere in un battibaleno tutti i problemi legati ai costi della formazione

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Quindi, l’elearning in Italia in molti casi è stato prima ridicolizzato, poi spolpato (troppo velocemente e in maniera sbagliata) ed infine abbandonato. E’ stato bocciato. Quante volte ci siamo sentiti dire “


Si, l’ho provato, ma non funziona

” o “


Abbiamo avuto un sacco di problemi, con l’elearning

” o ancora “


Abbiamo iniziato, ma la persona che se ne occupava non lavora più qui

”.


Quando abbiamo cominciato a sentire parlare di e-learning molte aziende non sapevano nemmeno cosa fosse (beh a ben pensarci forse - purtroppo - le cose non sono molto cambiate). Troppo spesso infatti, anche oggi gli occhi con cui ti guardano molti (troppi) manager italiani quando parli di e-learning sono gli occhi dubbiosi di un’


Italia ferma sulle gambe

, che ha difficoltà a camminare, figurarsi a correre. Eppure l’elearning sarebbe un bel Gatorade per molte imprese.


Abbiamo (ri)scoperto l’America. Benvenuta Italia 2.0!

Da pochi anni a questa parte, grazie al fatto che diverse multinazionali presenti sul nostro territorio hanno accettato ed esportato l’e-learning come strumento di formazione radicato nella propria struttura interna, esaltandone e pubblicizzandone le doti,


le nostre PMI hanno iniziato a riprendere coraggio

e ad investire nel settore. Molti imprenditori si sono detti “


Se lo fanno Pfizer o Kraft con successo, posso ben farlo pure io!

”. In Italia (per fortuna o per sfortuna?) una cosa non ci è mai mancata: lo spirito di emulazione.


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Ecco perché possiamo dire che Abbiamo (ri)scoperto l’America. No, non l’America di Colombo, ma quella di Kuhlmann.


Tom Kuhlmann

è probabilmente il maggiore esperto mondiale in tema di elearning. Sicuramente è il più seguito, grazie al suo


blog

che ha da poco superato i


75.000 lettori

.


Tom, con l’aiuto della community


E-learning Heroes

si fa portavoce di una grande quantità di sviluppatori sparsi per il Pianeta che vogliono trovare il modo più


rapido ed economico

per realizzare corsi elearning di alta qualità.


Sono sempre di più gli sviluppatori che seguono i suoi consigli, e l’elearning, anche in Italia, sta abbandonando produzioni costose e macchinose a favore di


nuovi standard più 2.0

.


Il futuro è dalla nostra parte

Come spesso nella nostra storia nazionale è capitato, siamo partiti con il piede sbagliato per poi riprenderci in corsa. L’Italia ha tutti i mezzi a sua disposizione per iniziare a correre in questo settore, ed un grande incentivo le viene dal fatto che gli investimenti che vengono profusi nel campo dell’e-learning hanno un


ottimo margine di profitto ed un’alta percentuale di successo

.


Il futuro è dalla nostra parte, perché le nuove tecnologie non smettono mai di fare la loro comparsa. Adesso è il turno dei


Social network

. Twitter, Facebook, YouTube, Linkedin su tutti.


Condivisione

è la parola che va più di moda e come diciamo nell’articolo


Dieci ragioni per unire Social network ed elearning

,


Ormai si sa, non siamo tanti numeri che leggono ciò che pochi scrivono. Oggi condividiamo, carichiamo, riprendiamo, pubblichiamo, commentiamo, pubblicizziamo, recensiamo. E in questo momento di grande condivisione c’è una grande famiglia che detta le regole: quella dei Social Network

.


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Ed allora, tu che stai leggendo, tu sviluppatore, tu imprenditore, tu manager, tu impiegato, tutti noi, alziamoci e facciamoci una domanda:


dove ho lasciato le scarpe da ginnastica, l’ultima volta? Ho voglia di correre.

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