Dillo con una storia Lo storytelling nel digital learning
Questo è l’inizio di un corso normativo che ho scritto diversi anni fa sulla cosiddetta “105”, ossia il decreto che contiene le disposizioni per controllare il pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. Di certo un tema non esaltante né particolarmente coinvolgente… Eppure, anche se non posso guardare i vostri visi né tantomeno entrare nelle vostre menti, penso che leggendo queste poche righe qualcosa nel vostro stomaco si è mosso e probabilmente vorreste proseguire nella lettura della storia per scoprire di più… Questo è quello che succede dentro di noi quando siamo di fronte ad una narrazione. Non a caso l’uomo sin dall’età della pietra usa il racconto (orale o tramite segni) per comunicare e trasmettere messaggi. Miti, leggende, favole: sono tutte narrazioni usate per tramandare degli insegnamenti, degli avvertimenti, insomma sono tutte storie per formare. La domanda allora nasce spontanea: perché l’uomo sin dall’età della pietra ha scelto la narrazione come strumento formativo? Probabilmente perché il potere che le storie esercitano su di noi è una questione biologica: il nostro cervello, infatti, ha due macroaree deputate a funzioni completamente diverse. L’emisfero cerebrale destro è quello legato alla creatività, alle emozioni, all’espressione. Si tratta della nostra parte più istintiva, irrazionale ma anche immediata (nel senso letterale del termine) ossia non mediata, senza mediazioni. Una storia ci arriva dritta al cuore, sorpassa le barriere della logica, del ragionamento, del pensiero analitico e razionale. Attiva direttamente le nostre emozioni. E per questo è in grado di rimanere più impressa.
Per questi motivi, lo storytelling è una delle strategie più usate all’interno di percorsi formativi (digital e non solo) per aumentare il coinvolgimento dei partecipanti e la memorabilità dei contenuti. L’uso di questa tecnica richiede una certa competenza e non tutti siamo romanzieri ma… c’è una buona notizia! 😊 La semiotica ci ha dimostrato come tutte le storie, viste ai raggi X, hanno una intelaiatura comune. Private cioè dei loro colori e delle loro sfaccettature, tutte le storie seguono un canovaccio simile chiamato «schema narrativo canonico». Questo schema è formato da 9 elementi: vediamoli insieme. Non si diventa storyteller in un giorno ma, facendoci guidare dallo schema narrativo canonico, tutti possiamo provare a imbastire le nostre storie e sperimentare così uno strumento alternativo e altamente ingaggiante per fare formazione. D'altronde ormai sei un traingager! Non ti stupirai, quindi, se ti dico che gioco e formazione non formano un ossimoro (come per tanti anni hanno voluto farci credere) bensì rappresentano una accoppiata vincente. La chiamano “Gamification” e, se vuoi saperne di più, rimani a bordo e non perderti la prossima tappa! Vincenzo Petruzzi Instructional Designer
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